Recentemente abbiamo condotto un sondaggio con il titolo “Come cambia il mercato del lavoro? Nuovi scenari e aspettative.“
Ho parlato dei primi risultati emersi con Christian Dozio, giornalista di La Provincia di Lecco. Vi condivido una sintesi, mentre trovi l’articolo completo, pubblicato in collaborazione con Confindustria Lecco e Sondrio cliccando il seguente link:
La Provincia di Lecco-La Provincia di Sondrio.
Per oggi ti auguro buona lettura!
Valerie Schena Ehrenberger ed il team di Valtellina Lavoro e Talents4Business
Di grande interesse gli spunti offerti sul tema da Valerie Schena Ehrenberger, titolare di Valtellina Lavoro, fondatrice di VLConsulting e di Talents4Business, oltre che coordinatrice del settore risorse umane di Confindustria Assoconsult e delegata italiana dell’associazione presso ECSSA (European Confederation of Search & Selection Associations) a Bruxelles.
«Il mismatch tra la domanda e l’offerta di lavoro e di competenze è fortissimo, nei nostri territori come in tutto il Paese. Alla base di questa situazione ci sono diverse concause, dal calo demografico alla grande quota di ragazzi che continuano gli studi dopo il diploma e quindi lasciano le nostre province, dove abbiamo solo il Politecnico di Milano, in un’età nella quale ancora non sono interessati al mondo del lavoro. Tra l’altro, anche la vicinanza di aree attrattive come la Svizzera sottrae risorse alle nostre aziende, molte delle quali sono terzisti e, di conseguenza, non godono di un nome immediatamente riconoscibile tra il grande pubblico».
È, questo, un elemento sul quale sarebbe necessario lavorare di più. Valerie Schena continua infatti sottolineando che «si tratta di realtà molto flessibili ma investono poco nella comunicazione. È necessario costruire una strategia HR, cosa che normalmente le nostre aziende non hanno, per andare oltre la necessità e l’urgenza del periodo. Su questo argomento abbiamo condotto un’indagine conclusa proprio nei giorni scorsi».
I risultati sono di assoluto interesse e indurranno sicuramente qualche riflessione. «Oltre il 90% degli intervistati ha spiegato di ricercare il lavoro utilizzando il web (tra Linkedin, portali nazionali di annunci, ecc.).
Quando invece chiediamo quale canale abbia permesso loro di trovare effettivamente un’opportunità hanno ancora un peso importante il passaparola e il contatto diretto con l’azienda. Questo significa che è fondamentale, per l’azienda, essere presente sul web in modo strutturato, per farsi conoscere adeguatamente tanto dai clienti quanto dai potenziali dipendenti. Perché se il candidato non conosce una realtà imprenditoriale non le manderà mai il proprio curriculum».
Ricerca di personale. Un impiego a 360 gradi
L’esperienza. I talenti più richiesti sono in produzione, It e vendite. Nel Lecchese servono anche figure legate all’indotto metalmeccanico
«Dire “non trovo dipendenti in alcun modo” è un errore. È come se un ristorante si facesse pubblicità dicendo che non trova clienti. Bisogna condurre anche la ricerca di personale come quella di nuovi clienti, lavorando sull’attrattività dell’azienda a 360 gradi». Possono sembrare dettagli, ma assolutamente non lo sono. Come evidenzia Valerie Schena, fondatrice e titolare di Valtellina Lavoro, con un’esperienza che va anche ben oltre i confini nazionali, è tutta questione di strategia. Si pensi alla preparazione del colloquio: il candidato cerca informazioni anche in rete, dove si trovano siti che riportano le recensioni delle aziende. Non gestire adeguatamente la presenza sul web, dunque, rappresenta un problema anche sotto questo aspetto. «Si consideri che un dipendente che lascia scontento un posto di lavoro è più propenso a lasciare un proprio commento rispetto a chi invece si trova bene. Questo – continua l’esperta – indica che sono indispensabili anche la gestione e il coinvolgimento del collaboratore, che funge sia da canale di ricerca che da promotore della propria azienda».
Un terreno sul quale molte realtà dovrebbero probabilmente lavorare di più, considerato che lo studio condotto da Valtellina Lavoro evidenzia come il 31,5% sia insoddisfatto e stia valutando un cambiamento e il 13,8% sia soddisfatto e convinto di restare al proprio posto, ma soprattutto come ci sia un 51,5% che nonostante si trovi bene sia comunque pronto a valutare alternative.
«Le risorse umane devono diventare un’area strategica dell’azienda, non a parole ma con una programmazione reale (non solo entrate e uscite); quindi anche in termini di competenze, un monitoraggio del mercato del lavoro (esterno ma anche interno) e della concorrenza, come si fa con il prodotto o il servizio che si offre. Ai ragazzi invece dico che il mondo cambia veramente velocemente, quindi spesso l’idea che avete di un’azienda, di una professione o un mestiere non risponde alla realtà di oggi. Provate ad andare direttamente nelle nostre aziende che hanno tanto da offrire – dal prodotto innovativo alla possibilità di fare carriera in modo veloce e molto più meritocratico di quello che si pensa -, ma forse non sanno comunicarlo».
Per un 2021 di ripresa con la Risorsa Umana protagonista
Pubblicato il 15/09/2021
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